freesolo & basejump

Esiste solo una profonda connessione.

Un armonia eterea.

L’amore per la bellezza della natura è quello che siamo.

Un cuore così pieno non invecchierà mai.

 

Voglio parlare di morte, o meglio, parlare di morte per ricordare la vita.

Negli ultimi mesi ho perso tanti amici, persone che sciavano, scalavano, volavano o saltavano.. Tutti rincorrevano un sogno, come me del resto.

Pratichiamo  delle attività sicuramente definite rischiose, anche se su questo ci sarebbe da spendere qualche parola.

Il rischio in se ha dei connotati sicuramente oggettivi, ma anche molti soggettivi. La gran parte delle persone pensa che il solo fatto di andare in montagna sia pericoloso, ma sbaglian. La paura come sappiamo, spesso è data dall’ignoranza. L’esposizione per periodi prolungati a situazioni rischiose tuttavia, porta inevitabilmente un aumento dell’incidenza delle morti. La cosa però ha infinte variabili, definite da come ci si muove in montagna, con quali precauzioni, dall’attività svolta e dal fattore sfortuna. Quindi il rischio è innanzitutto, a mio parere, soggettivo. Tutti si scandalizzano se una persona muore in montagna ma troviamo normale che una droga come l’alcol venga  utilizzata fin dalla tenera età. Morti all’anno in Italia collegate all’alcool 40000, morti nel base jump 30 in tutto il mondo, per esempio.

Ebbene per riflettere sulle morti, tralasciando ogni aspetto tecnico sugli incidenti ( che farebbe capire meglio molte dinamiche), bisogna prima riflettere su chi siamo. Per giudicare la morte altrui bisognerebbe prima guardare alla propria vita. Siete o siamo veramente sicuri che stiamo vivendo una vita dove sentiamo di essere vivi? Alcune persone che ci hanno lasciato ultimamente si sono fatti questa domanda e hanno scelto la risposta più radicale ma anche forse quella più vera. Dare tutto, ogni cazzo di giorno.

Nelle attività alpine in generale la morte o la possibilità di farsi male è una probabilità, ma per quanto mi riguarda la vita è semplicemente una questione di qualità non di quantità. La morte arriva per tutti, e potrebbe arrivare per moltissime ragioni diverse che possono anche non dipendere da noi, e potrebbe essere anche domani, o oggi. L’idea di morire senza aver vissuto come volevo mi attanaglia.

Come viviamo le nostre vite è molto più importante di come moriamo. Io mi sono immaginato il momento subito prima della morte, e non voglio avere rimpianti. Voglio vivere dando il massimo, voglio amare profondamente. Senza scorciatoie o ripensamenti.

Se esiste qualcosa che avete sempre desiderato, fatela! Non pensateci neanche due volte perché a rimandare alla fine…. si muore. E se per caso non desiderate niente di particolare, mi dispiace per voi, ma siete già pronti per godervi il vostro tramonto.  Non lasciate che le persone attorno a voi vi condizionino, loro possono avere visioni diverse e interessi diversi, accettate i consigli ma non fatevi intimidire dalle raccomandazioni.

Siamo persone estremamente felici ma il nostro equilibrio è fragile perché siamo attaccati a delle pratiche sportive o a delle attività,. Abbiamo bisogno di sudare,  di provare paura, di raggiungere obbiettivi inutili che solo noi ci siamo posti. Abbiamo bisogno di avventura, di esplorare l’esterno per ritrovare l’interiore,in una spirale infinta che si alimenta di anno in anno. Per chi ha sete, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. In qualche modo siamo in gabbia ma ci sentiamo molto liberi. Poteva andarci peggio. Invece che la montagna poteva piacerci la droga, anche se alla fine la differenza è sottile, diciamo le cose come stanno.

Non c’è mai la garanzia di un domani, ma c’è l’ora, ed è li che noi diamo tutto, dove noi agiamo. Non voglio vivere una vita dove limito i miei desideri, dove vivo con il miraggio del fine settimana o delle vacanze. Ho scelto una vita dove posso essere felice, senza rammarichi con le persone che amo.

Ogni tanto mi piacerebbe avere sogni o progetti più normali, ma sono cosi, quando hai toccato il cielo è difficile scendere. Quando hai provato la sensazione di volare col il tuo corpo o di camminare su una fettuccia nel cielo o di arrampicare pareti impossibili ti sembra tutto cosi insignificante.  E’ cosi difficile combattere la propria natura, il proprio istinto.

Abbiamo la fortuna di vivere una vita piena di emozioni, di ispirare e di essere ispirati. Di avere una forma di espressione etica ed estetica in cui realizzarsi. Di avere una filosofia, uno stile di vita. Di ricercare la libertà con il corpo per poter nutrire lo spirito.

Siamo i bambini sperduti in una società che fa difficoltà a capirci, tutta presa a trovare responsabilità e colpe per le morti. Sempre pronta a dire: siete pazzi! Ma siete veramente sicuri che siamo noi i pazzi? Oppure: Se l’è andata a cercare no? Si andiamo a cercarcela ma almeno ne siamo consapevoli e viviamo una vita con coscienza della morte. Vedendola cosi vicina sappiamo anche che non possiamo perdere neanche un giorno della nostra vita. Quanti invece muoiono lentamente ogni giorno?

Siamo gente che non si accontenta. Siamo gente che ha fame … sempre.

Vivi, ama, dona, canta, balla, corri fino a finire il fiato, oppure siediti e ascolta il tuo respiro, contempla ciò che hai davanti e ringrazia, ma agisci, non essere succube di nessuno, la lancetta gira per tutti. La sento ogni tanto, la sento ogni giorno in cui splende il sole e io non posso agire come voglio.

Spesso riprendo quello che faccio, spesso voglio rivedere attimi magici. Molti pensano che “noi” riprendiamo le nostre “imprese” ( odio questa parola) per il nostro ego, per poterle condividere, per qualche like.  Ma nessuno si è mai fatto queste domande quando si fanno le riprese del matrimonio, dei compleanni e cosi via. Questi momenti sono riconosciti da tutti come momenti speciali della vita che capitano poche volte e che bisogna ricordare bene con un video. Bene, i nostri momenti speciali saranno sicuramente anche questi ma badate, i nostri momenti speciali sono quando noi siamo lassù e vogliamo ricordarne ogni fottuto momento. Momenti speciali.

Non voglio insegnare a vivere, non ho le “risposte”, dico solo come vivo la mia vita e come vedo le morti dei miei amici, alcuni di loro hanno semplicemente avuto sfortuna, come può capitare a chiunque, altri invece hanno inseguito un sogno cosi profondo che alla fine si sono scottati, ma lo sapevano, e non hanno avuto rimpianti.

Infine i miei pensieri vanno alle persone che mi vogliono bene, e probabilmente proprio loro mi hanno già salvato la vita, ogni momento speso con le persone che amo sono tutti giorni tolti all’esposizione al rischio. Se muoio sono morto e a me non importa più niente, le persone che lascio invece potrebbero essere addolorate a vita, ma sbagliano. Ho ragionato a lungo sulle morti dei miei amici, e alla fine ho concluso che la tristezza non ha mai fatto parte delle nostre vite ed è cosi che dobbiamo continuare, perché se per caso loro ci vedessero da lassù sarebbero solo più tristi.

Dobbiamo vivere di gioia,inseguendo i nostri sogni. I nostri sorrisi saranno la loro pace.

Mucho love

Marco

arco climbing

D40_2129Ormai le giornate iniziano gia ad accorciarsi ed è meglio pensare alla mezza stagione!

Ovviamente Arco e tutta la valle del Sarca è una delle mete migliori per questa stagione. Vi presento cosi, una bellissima via fatta in altrettanto bella compagnia.

La via in questione è la Loss-Pilati, i quali assieme ad altri due compagni nel 1970 aprirono questo piccolo capolavoro sulla parete del piccolo Dain. Una linea logica su ottima roccia. Detto tutto. I passaggi difficili si possono azzerare o scalare fino al 7a(++) le protezioni sono sempre buone, ed una placca è attrezzata con chiodi a espansione ogni metro.

L’avvicinamento è relativamente facile anche se bisogna prendere il bivio giusto, segnato con ometti verso destra, dopo avere passato la sezione con la scala di roccia e il cavo metallico. Ovviamente bisogna puntare bene alla cengia ( cordone per salire)

La discesa invece è un po da indovinare tra la macchia mediterranea, bisogna scendere tenendo la sinistra per roccette e vegetazione fino a quando si ritrova il sentiero di discesa dalla ferrata.

La giornata ha inoltre fruttato delle belle foto per MONVIC, grazie all’instancabile Giordano Garosio che ringrazio per le foto, per la compagnia e per impegnarsi sempre cosi tanto.

Ovviamente poi non poteva mancare una bella discesa “veloce” e qualche Highline!

#mucholove

Marco

 

 

come inizare slackline

Ormai in qualsiasi parco cittadino si vedono molti “funamboli”, che chiameremo slackliner, camminare su una semplice fettuccia tesa tra due alberi. Questa pratica in realtà ha un origine ben diversa, deriva infatti dall’arrampicata, o meglio dagli arrampicatori. Circa negli anni ’80, in America, gli arrampicatori, noti fancazzisti, si dilettavano a camminare su questa fettuccia per migliore la scalata. Da qui poi si è evoluta come attività a se stante fino ad arrivare al boom degli anni 2000.

In questo articolo vi propongo qualche tutorial utile per iniziare, NON serve assolutamente nessun prerequisito, ne alcuna capacità particolare, chiunque abbia uno stato di salute che gli permetta di camminare può provare!

I benefici di questa piacevole attività sono molteplici, innanzitutto la pro-percettività del corpo ovvero la capacità di conoscere e riconoscere la posizione del proprio corpo. In secondo luogo aiuta molto la riabilitazione da infortuni a ginocchio e caviglia in quanto permette di usare molti piccoli muscoli che stabilizzano queste articolazioni. Infine aiuta molto la concentrazione, ne capire il motivo provando 🙂

Dove comprarla?

In qualsiasi negozio di sport oppure su internet, di seguito riporto alcuni siti:

spider-slacklines.com

http://www.slackline-corner.com

oppure anche su amazon.

per iniziare ricordatevi di prendere una slackline classica da 5 cm,  non una trickline, sono simili ma è un tipo di fettuccia molto più elastica che va tesa maggiormente e serve per eseguire salti ed evoluzioni.

Bene, ora che avete la vostra slackline guardando questo tutorial potete capire al meglio come montarla. Solo un appunto importante, una volta finito di montare il tutto ricordatevi di assicurare il cricchetto con un semplice pezzo corda all’albero. Mi spiego meglio, legate la maniglia che avete usato per tensionare la fettuccia all’albero in modo che se per caso qualcosa dovesse cedere, il cricchetto rimarrà attaccato all’albero e non potrà volare via pericolosamente su chi sta camminado sulla slackline.

Avete montato la vostra slackline e adesso tocca provare a camminarla!

Mettete il piede destro ( se siete mancini fate l’opposto) sulla linea e con l’altra gamba ancora appoggiata a terra,  andate a toccare la line in modo da fermare l’oscillazione.Ora concentratevi su un punto preciso alla fine della linea, circa dove la slack tocca l’albero e non mollatelo per tutta la durata della prova. Il concetto è avere un punto fisso che sia fermo e che sia da riferimento  per il nostro corpo, che invece oscilla parecchio.

Ora concentratevi sulle spalle e le braccia, ben alte e rilassate, la schiena e la testa devono stare dirette, non piegate in avanti ( errore comune all’inizio). Espirando profondamente montate sulla slack e rimanete il più possibile in equilibrio su un piede. Se riuscite a rimanere ( dopo alcuni tentativi ) su un piede, cambiatelo. Infine provate i primi passi, ricordatevi di respirare profondamente per mantenere un “flow”, il corpo in apnea si irrigidisce e ci fa cadere.

spesso non si è da soli, quindi ecco un tutorial per aiutare gli amici!

Questo è circa tutto quello che dovete sapere sui primi passi della slackline. all’inizio sembra impossibile ma vedrete che con veramente poco esercizio si ottengono molti risultati.

Ovviamente il mondo slackline non si esaurisce qua, ci sono molte altre attività come la trickline, la longline, la waterline e l’highline.

Ma per queste altre attività ci sarà modo in futuro di approfondire.

#slacklife

Marco Milanese

armin holzer

servono delle nuove pelli di foca?

Recentemente ho avuto l’occasione di provare le pelli di foca Pomoca rosse.

Questo tipo di pelle mista 70% mohair e 30% nylon è il perfetto compromesso per chi vuole una pelle allround, una pelle per le prime esperienze oppure nel mio caso per sci belli grossi.

Questo tipo di fibra garantisce una buona scorrevolezza ma sopratutto un ottima tenuta.

Ho avuto l’occasione di provarla in varie situazioni ma sicuramente hanno fatto la differenza su terreno ghiacciato, che poi è anche il più brutto per salire.

Nei traversi e sulla pista ghiacciata non fanno una piega ma anche nella neve bagnata  grazie al trattamento idroreppelente “everdry”  e antizoccolo “Safer Skin” non ho riscontrato problemi.

Insomma una pelle ottima per la maggior parte degli utilizzi e qui la potete trovare già tagliate per i vostri sci, ad un super prezzo, spedite!

Base jump tre cime di lavaredo

In montagna ho sempre creduto nella creatività, come modo di rinnovarsi e di scoprire. Questo però a volte comporta l’uscita dagli schemi, soprattuto quelli dell’alpinismo classico, un mondo dove ormai la parola alpinismo ha un suono cosi ” vecchio”. Ebbene credo che la parola “alpinismo” sia un po’ come la sua stessa attività, ovvero una continua evoluzione. Questa evoluzione ogni tanto è capita mentre altre volte è quasi criticata. Le attività che svolgo in montagna sono tra le più particolari, ed è per questo che spesso mi sento una pecora nera sia all’interno della società che in quella dell’alpinismo. Un grazie va ad un amico, il quale penso mi abbia fatto il complimento migliore di sempre, mi ha detto che sono un artista, beh alla fine la creatività è arte, quando decidi una nuova via di arrampicata o una linea di volo, o una linea di highline o un salto di base io sto dipingendo, non per mostrare, ma perchè sento di dovermi esprimere semplicemente così. Tre cime di Lavaredo B.A.S.E

1.15h up..and down, alla fine di novembre in maniche corte!!

thanks to

Intrudair-It Intrudair Skydive and Wingsuits Monvic Rédélé Blud Garmont